Legge Regionale 13 febbraio 2024, n. 5
SALVAGUARDIA DEGLI ECOSISTEMI ACQUATICI DELLA BASILICATA
MEDIANTE REGOLAMENTAZIONE DELL’ESERCIZIO DELLA PESCA NELLE ACQUE PUBBLICHE
INTERNE
Bollettino Ufficiale n. 6 (Speciale) del 14 febbraio 2024
TESTO AGGIORNATO E COORDINATO
CON: L.R. 5 aprile 2024, n. 14.
__________________________________________________
Art. 1
Finalità
1. La Regione Basilicata,
in coerenza con la legislazione comunitaria, nazionale e con le disposizioni
regionali in materia di tutela e salvaguardia della risorsa idrica, tutela la
fauna ittica e disciplina l'esercizio della pesca nelle acque interne della
regione e le attività ad essa connesse, con l’obiettivo di conservazione,
salvaguardia, incremento e riequilibrio biologico degli ecosistemi acquatici.
Art. 2
Ambito di applicazione
1. Le disposizioni della
presente legge si applicano alle acque pubbliche interne di interesse per la
pesca sul territorio regionale, ad eccezione di quelle ricadenti nelle aree
protette nazionali assoggettate alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge
quadro sulle aree protette) e ai rispettivi regolamenti e piani attuativi. (1)
2. Sono considerate acque
interne pubbliche tutte le acque dolci e salmastre esistenti sul territorio
regionale. Nelle zone costiere sono considerate interne tutte le acque comprese
entro la linea ideale congiungente i punti più foranei delle foci e degli
sbocchi in mare dei fiumi, dei canali e degli altri corpi idrici.
3. Sono considerate acque
interne di interesse per la pesca tutte le acque pubbliche, in cui, per la
qualità delle acque stesse, possono vivere popolazioni ittiche allo stato
naturale.
4. La Regione, in accordo
con l’ufficio competente in materia di demanio marittimo, può collocare segnali
al fine di delimitare le acque interne.
5. Le attività
disciplinate dalla presente legge riguardano:
a)
la pesca sportiva e dilettantistica;
b)
la pesca professionale;
c)
la pesca scientifica;
d)
l’acquacoltura;
e)
la pesca autorizzata ai fini del contenimento delle specie aliene invasive.
Art. 3
Funzioni regionali
1. La Regione esercita le
funzioni amministrative, di programmazione e di pianificazione in materia di
esercizio della pesca e dell'acquacoltura nelle acque interne e delle attività
ad esse connesse, nonché di conservazione della fauna ittica e dell'ambiente.
2. La Regione provvede:
a)
alla programmazione, pianificazione e promozione per la tutela e l’incremento
del patrimonio ittico e per lo sviluppo delle attività connesse;
b)
alla promozione e attuazione di progetti di ricerca, sperimentazione e
divulgazione, formazione, compresi studi, indagini e iniziative per la tutela e
la diffusione della conoscenza della fauna ittica, degli ambienti acquatici,
dell'esercizio della pesca, dell'acquacoltura;
c)
al rilascio delle autorizzazioni per l’esercizio della pesca sportiva e
dilettantistica, della pesca professionale, della pesca scientifica e delle
attività agonistiche nelle acque interne pubbliche;
d)
all’affidamento alle associazioni ittiche, riconosciute ai sensi dell'articolo
9, di interventi coordinati di gestione ittica su specifici tratti di fiume o
laghi;
e)
al coordinamento di eventuali corsi di formazione organizzati dalle
Associazioni riconosciute di cui all’articolo 9.
3. La Giunta regionale,
con proprio atto, può variare i periodi di pesca in relazione alle diverse
specie ittiche, nonché disporre la chiusura temporanea, anche per singole
specie, su tutti o su parte degli ambienti acquatici di competenza, se si
verificano condizioni che turbano l'equilibrio biologico del patrimonio ittico
accertate dall’A.R.P.A.B. o dai Servizi sanitari.
Art. 4
Strumenti di programmazione e gestione
1. Gli strumenti di
programmazione e gestione sono:
a)
il Piano Ittico Regionale;
b)
la Carta Ittica Regionale e le zone ittiche omogenee;
c)
il Programma Ittico Regionale annuale;
d)
i piani, i programmi ed i regolamenti di gestione ittica delle aree protette
nazionali e regionali di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro
sulle aree protette) e alla normativa dei siti della Rete Natura 2000.
Art. 5
Piano Ittico Regionale
1. Il Piano Ittico
Regionale, approvato dal Consiglio regionale, è lo strumento programmatorio con
cui la Regione promuove e disciplina, nelle acque interne pubbliche, la
conservazione, l’incremento e l’equilibrio biologico delle specie di interesse
ambientale e piscatorie in applicazione alla Carta Ittica mediante:
a)
la salvaguardia delle acque e degli habitat naturali, con riferimento alla
direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre
2000, relativa a un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque e alla
direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e
della flora e della fauna selvatica;
b)
la tutela e il ripristino delle specie ittiche con riferimento alla normativa
dell’Unione europea vigente in materia, compresa quella volta a prevenire ed
evitare l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche
invasive;
c)
la realizzazione di progetti volti alla tutela della fauna ittica e
all’esercizio della pesca e dell’acquacoltura;
d)
l’individuazione di zone per la gestione ittica e l’acquacoltura;
e)
le iniziative di ricerca, di promozione, di informazione e formazione culturale
e delle pratiche di pesca e dell’acquacoltura.
2. Il Piano Ittico
Regionale contiene la Carta Ittica Regionale di cui all’articolo 6 e le
indicazioni generali per la redazione dei programmi ittici annuali.
3. Con l’approvazione del
Piano Ittico Regionale, la Regione approva e regolamenta quanto di seguito:
a)
l’uso degli attrezzi per l’esercizio della pesca o per la cattura delle diverse
specie ittiche, ivi compresa la pesca da belly boat –
kick boat e da natante;
b)
gli orari per l’esercizio della pesca;
c)
i periodi di pesca in relazione alle diverse specie ittiche;
d)
i limiti quantitativi giornalieri di prelievo per pescatore;
e)
le dimensioni minime per specie da prelevare;
f)
le specie pescabili;
g)
le zone di protezione della fauna ittica;
h) gli ulteriori divieti o prescrizioni in
aggiunta a quelli riportati al successivo articolo 24.
4. Il Piano ha durata
decennale, revisionabile al fine di adeguarlo alle politiche nazionali,
comunitarie e regionali e trova copertura finanziaria con gli introiti delle
tasse di concessione regionale per l’esercizio della pesca, nonché da altri
fondi regionali, nazionali ed europei.
Art. 6
Carta Ittica Regionale
1. La Carta Ittica
Regionale, articolata per bacini e sub-bacini idrografici, è la base per
l’elaborazione del Piano Ittico Regionale.
2. La Carta Ittica
Regionale descrive le caratteristiche fisico-biologiche, le attitudini e le
vocazioni bio-genetiche dei corsi d’acqua, definisce
i criteri di scelta delle specie ittiche per gli interventi di ripopolamento e
di riequilibrio ambientale per la conservazione delle specie ittiche locali.
3. Entro sei mesi
dall’entrata in vigore della presente legge la Regione redige una nuova Carta
Ittica Regionale.
Art. 7
Programma Ittico Regionale
1. La Regione, sulla base
di quanto previsto dal Piano Ittico Regionale, adotta, con provvedimento di
Giunta, il Programma Ittico biennale, al fine di assicurare le migliori
condizioni per la tutela della fauna ittica.
2. Il Programma Ittico
Regionale prevede:
a)
le specie ittiche da tutelare;
b)
le specie ittiche di cui è consentita la pesca;
c)
le specie ittiche da ripopolare;
d)
gli eventuali bacini di stoccaggio per le specie particolarmente invasive;
e)
le eventuali zone di gestione ittica disciplinate nel piano ittico regionale;
f)
le zone di protezione della fauna ittica;
g)
le eventuali aree da destinare a gestione economica;
h)
le aree ove è possibile praticare la pesca da belly
boat – kick boat e da natante;
i)
le modalità di collaborazione con le associazioni piscatorie;
j)
i tempi e le zone dove effettuare l’attività agonistica mediante gare di pesca
sportiva;
k)
la quantificazione delle risorse finanziarie per la realizzazione delle
attività previste nel Programma Ittico Regionale.
Art. 8
Commissione Ittica Regionale
1. La Regione istituisce
la Commissione Ittica Regionale, nominata dalla Giunta regionale e costituita
da:
a)
il Dirigente del competente ufficio in materia piscatoria o suo delegato che la
presiede;
b)
il Dirigente competente in materia di sanità o suo delegato;
c)
il Dirigente competente in materia di ambiente o suo delegato;
d)
un rappresentante designato da ogni organizzazione piscatoria riconosciuta
dalla Regione Basilicata, che risponda ai requisiti di cui all'articolo 9;
e)
un dipendente della competente struttura regionale con funzioni di segretario.
2. Il presidente convoca
la Commissione almeno una volta l’anno o su richiesta di almeno 3 componenti.
3. La Commissione è
nominata entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge e resta in
carica per la durata della legislatura regionale.
4. Ai componenti della
Commissione Ittica Regionale esterni all’Amministrazione regionale è
riconosciuto un gettone di presenza pari a 30,00 euro.
5. La Commissione svolge
i seguenti compiti:
a)
propone, nel rispetto delle previsioni statutarie, modifiche o integrazioni
alla legislazione regionale vigente in materia piscatoria;
b)
rende pareri consultivi su richiesta dell’ufficio competente in materia
piscatoria per l'individuazione delle zone di protezione della fauna ittica,
per la tutela e la gestione degli ambienti acquatici, per le attività di
ripopolamento, nonché, per la gestione di zone ittiche su richiesta delle
Associazioni piscatorie previa concessione e autorizzazione da parte degli
uffici competenti;
c)
formula all’ufficio competente in materia piscatoria:
1.
proposte per la tutela e corretta gestione degli ambienti acquatici;
2.
proposte o integrazioni al Piano Ittico;
3.
proposte per programmi di ricerca e sperimentazione finalizzati alla
conservazione e all’incremento del patrimonio ittico regionale.
Art. 9
Associazioni di pescatori
(2)
1. La Regione Basilicata
consente lo svolgimento delle attività indicate alla lettera a) del comma 5
dell’articolo 2 anche alle associazioni nazionali e regionali riconosciute che
hanno:
a)
tra i propri fini statutari attività coerenti con le attività di pesca sportiva
e dilettantistica e con la tutela della fauna ittica;
b)
non meno di 150 pescatori iscritti, con regolare licenza di pesca in corso di
validità.
2. Le associazioni
riconosciute a livello nazionale, inoltre, per poter operare in ambito regionale, devono avere i seguenti
requisiti:
a)
i 150 pescatori iscritti di cui alla lettera b) del comma 1 devono essere
residenti nel territorio regionale;
b)
avere almeno una sede operativa sul territorio regionale.
Art. 10
Zone di protezione della fauna ittica
1. La Regione, sentita la
Commissiona Ittica, istituisce le “zone di ripopolamento e frega”, le “zone di
protezione integrale” e le “zone di protezione delle specie ittiche”.
2. L’istituzione delle
zone di ripopolamento e frega, nelle località dove le specie da riprodurre
svolgono le fasi essenziali del ciclo biologico, è finalizzata a:
a)
favorire la riproduzione naturale delle specie ittiche;
b)
consentire l’ambientamento, la crescita e la riproduzione delle specie ittiche
immesse per il ripopolamento;
c)
fornire, mediante cattura, specie ittiche per il ripopolamento di altri tratti
o corsi d’acqua.
3. Le zone di protezione
integrale e le zone di protezione delle specie ittiche sono istituite nei corsi
d'acqua (o in una parte di essi) che abbiano notevole rilievo naturalistico ed
ambientale e nei rivi secondari dove esistono condizioni ittiogeniche
favorevoli o presenza di specie o varietà ittiche autoctone di rilevante pregio
e rarità, allo scopo di salvaguardare la presenza e l’incremento naturale.
4. Le modalità di
gestione delle zone di protezione della fauna ittica sono disciplinate nel
piano ittico.
Art. 11
Immissione di specie ittiche
1. La Regione effettua le
immissioni di specie ittiche che possono essere effettuate con il supporto
delle Associazioni riconosciute.
2. Le specie da immettere devono essere accompagnate da adeguata certificazione sanitaria rilasciata dall’Azienda
Sanitaria competente per il territorio di provenienza e previa verifica
dell’Azienda Sanitaria competente per il territorio di rilascio.
Art. 12
Segnalazione degli interventi in alveo
1. Gli Enti che intendono
realizzare interventi di sistemazione negli alvei dei corsi d’acqua regionali
sono tenuti a comunicare preventivamente all’Ufficio competente in materia
ittica il tipo dei lavori e l'inizio degli stessi per l’adozione degli
opportuni provvedimenti tesi alla tutela della fauna ittica.
Art. 13
Esercizio della pesca
1. L'esercizio della
pesca è consentito a chi sia in possesso di una delle seguenti licenze:
a)
licenza di tipo A: consente ai residenti in Basilicata l’esercizio della pesca
professionale, riservata agli imprenditori ittici di cui al D. Lgs n. 4/2012 in possesso del tesserino rilasciato dal
competente Ufficio Regionale; detta licenza ha validità di 6 anni ed è
assoggettata al versamento della tassa annuale. La pesca professionale è
praticabile con gli attrezzi e secondo i tempi e i modi previsti dal piano
ittico regionale e dalle altre leggi e regolamenti vigenti. I possessori della
licenza di tipo A possono esercitare anche la pesca non professionale nel
rispetto delle condizioni previste per la licenza B.
b)
licenza di tipo B: consente ai residenti in Basilicata ed ai cittadini iscritti
nel registro Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE) l’esercizio della
pesca dilettantistica, ha durata annuale a decorrere dalla data del versamento;
c)
licenza di tipo C: consente ai residenti in Basilicata ed ai cittadini iscritti
nel registro Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE) è l’esercizio della
pesca dilettantistica, ha durata di quindici giorni a decorrere dalla data del
versamento, con gli attrezzi di cui alla lettera b);
d)
licenza di tipo D: consente ai cittadini stranieri non residenti in Basilicata
la pesca dilettantistica, la cui validità è di tre mesi a decorrere dalla data
del versamento.
e)
licenza di tipo E: consente ai cittadini residenti e non residenti in
Basilicata, nonché agli stranieri, l’esercizio della pesca sportiva nell’ambito
delle manifestazioni agonistiche, didattiche o promozionali ed ha validità
giornaliera.
Art. 14
Tassa di concessione regionale
1. La Regione, per
conseguire le finalità della presente legge, istituisce la tassa di concessione
regionale per l’esercizio della pesca nelle acque pubbliche interne secondo
quanto previsto dal D. Lgs 22 giugno 1991, n. 230.
2. La tassa di
concessione regionale, che abilita l’esercizio della pesca professionale per 12
mesi consecutivi dalla data di versamento, non è dovuta nel caso in cui non si
eserciti l’attività piscatoria.
3. Il pagamento della
tassa dovrà essere effettuato mediante procedura PagoPa;
nella causale dovrà essere riportata la seguente dicitura “tassa concessione
attività piscatoria (tipo A, B, C, D o E)”.
4. L'importo delle tasse
regionali di concessione è così determinato:
a)
euro 80,00 per la licenza di tipo A;
b)
euro 35,00 per la licenza di tipo B;
c)
euro 15,00 per la licenza di tipo C;
d)
euro 30,00 per la licenza di tipo D;
e)
euro 5,00 per la licenza di tipo E.
5. La licenza di pesca è
valida su tutto il territorio nazionale, secondo quanto stabilito dalla
normativa vigente in materia.
6. I proventi derivanti
dal pagamento della tassa di concessione regionale affluiscono su apposito
capitolo di bilancio da destinare alle finalità di cui all’art. 29, comma 2,
della presente legge.
Art. 15
Esercizio della pesca sportiva e dilettantistica
1. È considerato
esercizio della pesca sportiva e dilettantistica ogni azione tesa alla cattura
o al prelievo di specie ittiche a fini non economici.
2. L'esercizio della
pesca sportiva e dilettantistica è consentito a coloro che sono in regola con
gli adempimenti di cui al successivo art. 17.
Art. 16
Attività agonistica
1. Per attività
agonistiche s’intendono le competizioni di pesca sportiva.
2. La Regione rilascia
apposite autorizzazioni, per il tempo strettamente necessario e qualora non
ricorrano condizioni ostative alla tutela della fauna ittica, alle associazioni
piscatorie che ne facciano richiesta.
3. Le competizioni devono
svolgersi, di norma, con il mantenimento del pesce in vita e la sua re
immissione nelle acque del campo di gara, fatta eccezione per le competizioni a
salmonidi.
4. Le competizioni di
pesca ai salmonidi non possono essere autorizzate nelle acque individuate a
salmonidi dalla Carta Ittica Regionale nel periodo di pesca chiusa alla specie.
5. Per le competizioni di
pesca ai salmonidi, esclusivamente nei tratti di cui all’art. 18, è consentita
l’immissione di trote certificate sterili.
Art. 17
Autorizzazione all’esercizio della pesca sportiva e
dilettantistica
1. La pesca sportiva e
dilettantistica è quella esercitata da soggetti muniti di licenza di tipo B o C
o D o E in corso di validità e con gli attrezzi previsti dal piano ittico
regionale, da leggi e regolamenti per tali tipologie di licenze.
2. La licenza
all’esercizio della pesca sportiva e dilettantistica è costituita dalla
ricevuta di versamento della tassa di concessione in cui sono riportati i dati
anagrafici ed il codice fiscale del pescatore, nonché la causale del
versamento. La ricevuta deve essere esibita unitamente ad un documento
d’identità valido nel caso di controllo.
3. L’età minima per poter
esercitare la pesca è di 14 anni. Per i minori di età compresa tra i 14 anni ed
i 18 anni di età, è necessaria, oltre alla ricevuta di pagamento della tassa di
concessione, la dichiarazione di assenso di un genitore e la presenza di un
accompagnatore maggiorenne munito della ricevuta di pagamento della tassa di
concessione.
4. La licenza di pesca
sportiva e dilettantistica non è richiesta per:
a)
coloro che hanno superato il 65º anno di età;
b)
il personale impegnato nelle pubbliche ricerche sulle specie ittiche o nella
cattura del pesce per il ripopolamento delle acque pubbliche interne, purché
nell’esercizio delle proprie funzioni;
c)
il personale addetto all'interno degli impianti di allevamento del pesce a fini
economici;
d)
i minori di anni 14 che accompagnino una persona munita dell’attestazione di
pagamento della tassa annuale di concessione e di un valido documento di
riconoscimento, nel rispetto dei limiti prestabiliti per persona autorizzata
del quantitativo pescato e degli attrezzi consentiti;
e)
l’esercizio della pesca sportiva e dilettantistica a pagamento di cui al
successivo articolo 18.
Art. 18
Affidamento in concessione alle associazioni piscatorie
1. La Regione Basilicata,
su richiesta delle associazioni piscatorie riconosciute ai sensi dell’art. 9,
può affidare in concessione tratti di fiumi o laghi per un periodo non inferiore
ai 5 anni.
2. La richiesta,
indirizzata all’Ufficio competente in materia ittica, dovrà essere corredata da
un progetto nel quale vengono specificate, le finalità e le modalità di
attuazione delle attività che si intendono svolgere nell’area oggetto di
richiesta.
3. Ai fini
dell’acquisizione delle autorizzazioni da parte degli Uffici regionali
competenti o da parte di altre amministrazioni, l’Ufficio procedente competente
in materia ittica, indice apposita conferenza di servizi ai sensi dell’art. 14
e seguenti della L. n. 241/90.
Art. 19
Pesca a pagamento
1. L'esercizio della
pesca a pagamento è consentito:
a)
nelle acque private;
b)
negli allevamenti ittici privati, regolarmente esercitanti l’attività;
c)
negli allevamenti ittici siti in zone di interesse economico, regolarmente
esercitanti l’attività.
2. Negli impianti di cui
alle lettere a), b) e c) è consentita la pesca senza licenza.
3. In caso di controllo
va documentata la provenienza della fauna ittica.
4. E’ fatto divieto di
trasporto di fauna ittica viva dagli impianti di cui al comma 1.
Art. 20
Esercizio della pesca professionale
1. La pesca professionale
è l’attività economica organizzata, esercitata in forma esclusiva o prevalente,
consistente nella cattura di pesci e altri organismi acquatici finalizzata alla
loro commercializzazione.
2. L’esercizio della
pesca professionale è consentito esclusivamente nei corpi idrici individuati
dal Piano Ittico Regionale, a condizione che venga garantito un utilizzo
sostenibile delle risorse ittiche.
3. È istituito presso
l’Ufficio Regionale competente apposito elenco regionale delle imprese di pesca
delle acque interne in cui sono iscritte le imprese di pesca professionali
delle acque interne.
4. L’Ufficio regionale di
cui al comma precedente rilascia un tesserino della validità di 6 anni.
5. La pesca professionale
può essere esercitata dagli imprenditori ittici di cui al decreto legislativo 9
gennaio 2012, n. 4 (Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca
e acquacoltura, a norma dell'articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96).
6. Con apposito
provvedimento la Giunta regionale disciplina le modalità di iscrizione
all’elenco delle imprese di pesca professionale per le acque interne e di
rilascio del tesserino.
Art. 21
Autorizzazione all’esercizio della pesca professionale
1. Sono autorizzate ad
esercitare la pesca professionale le imprese ittiche iscritte nell’elenco
regionale delle imprese di pesca delle acque interne, in possesso della licenza
di tipo A così come disciplinato all’articolo 13.
2. La licenza per
l'esercizio della pesca professionale è costituita dal tesserino di cui
all’art. 13 e dalla ricevuta di versamento della tassa di concessione in cui
sono riportati i dati anagrafici ed il codice fiscale del pescatore, nonché la
causale;
3. Il pescatore
professionale munito di licenza di tipo A può esercitare anche la pesca
sportiva e dilettantistica senza necessità di un’ulteriore licenza, purché con
gli attrezzi previsti per tale tipologia di pesca. Durante l’esercizio della
pesca sportiva e dilettantistica, anche il pescatore professionale è da
considerarsi pescatore sportivo, con le facoltà, gli obblighi e le limitazioni
che caratterizzano la pesca sportiva, incluso il divieto di commercializzare la
fauna ittica catturata.
4. I pescatori
professionali forniscono annualmente alla Regione i dati sui prelievi
effettuati entro il mese di gennaio dell’anno successivo.
5. Salvo diversa
disposizione, nei corpi idrici in cui è ammessa la pesca professionale è
consentita anche la pesca sportiva, nel rispetto delle disposizioni della
presente legge.
6. Ciascun soggetto
esercente l’attività di pesca professionale dovrà essere inquadrato, ai fini
previdenziali ed assistenziali, in una delle categorie professionali previste
dalle vigenti normative di settore.
7. Il pescatore di
professione può essere autorizzato dal competente ufficio regionale ad operare
sui corsi d’acqua anche diversi da quelli individuati dal Piano Ittico
Regionale, sulla base delle indicazioni fornite dalla Carta ittica, per il contenimento
di particolari specie acquatiche e di quelle invasive aliene.
Art. 22
Esercizio della pesca scientifica
1. La pesca scientifica è
il prelievo della fauna ittica a fini scientifici, ovvero per studi, censimenti
o monitoraggi di fauna ittica.
2. L’autorizzazione viene
rilasciata a professionisti specializzati, istituti ed enti di ricerca pubblici
o privati operanti nei settori delle indagini itti-faunistiche, della ricerca,
tutela e promozione dei beni faunistico-ambientali.
3. La domanda è presentata
all’Ufficio competente corredata dal piano di ricerca contenente le finalità,
il periodo, i luoghi, gli attrezzi, l’elenco nominativo degli operatori
coinvolti con relativa qualifica e titolo di studio, le imbarcazioni utilizzate
e ogni altra modalità di svolgimento delle attività.
4. Le autorizzazioni non
possono avere durata superiore a quella prevista per l’esecuzione delle
attività che motivano il loro rilascio, ovvero la durata prevista nello
specifico progetto di ricerca. Qualora tali date non siano definibili, comunque
le autorizzazioni non possono avere durata superiore all’anno e possono essere
rinnovate, prima della scadenza del provvedimento, previa presentazione
dell’istanza agli uffici regionali competenti.
5. Le autorizzazioni
dovranno specificare i corsi d’acqua interessati dalla ricerca, nonché le
modalità e i mezzi con cui tale attività potrà essere effettuata, nonché, le
quantità e le specie ittiche che potranno essere raccolte.
6. I titolari di
autorizzazione all’esercizio della pesca scientifica sono tenuti a comunicare
il calendario delle attività programmate e a presentare, alla scadenza
dell’autorizzazione, una relazione tecnico-scientifica degli studi realizzati.
Art. 23
Acquacoltura in acque pubbliche
1. Fermo restando quanto
previsto dall’art. 2135 c.c., l’acquacoltura è l’attività economica
organizzata, esercitata professionalmente e diretta all’allevamento o alla
coltura di organismi acquatici, vegetali o animali, attraverso la cura e lo
sviluppo di un ciclo biologico o di una fase del ciclo stesso, in acque dolci,
salmastre o marine.
2. La Regione Basilicata,
nel Piano Ittico Regionale, individua le zone di interesse economico su cui
esercitare iniziative finalizzate alla produzione economica delle specie
ittiche.
3. La Regione autorizza
il prelevamento o la derivazione dell'acqua finalizzati all’allevamento ittico.
4. La Regione rilascia la
concessione per l’allevamento ittico nei bacini naturali o artificiali.
5. La commercializzazione
del pesce allevato, sia a scopi alimentari che per ripopolamento o allevamento,
è assoggettata alla normativa vigente per la vendita dei prodotti d’origine
animale.
Art. 24
Autorizzazione della pesca per il contenimento delle specie
aliene
1. Nei siti ove è
accertata la presenza di specie aliene, l’ufficio regionale competente
autorizza il prelievo delle specie aliene invasive ai pescatori in possesso di
licenza di pesca di tipo A ed ai pescatori in possesso di licenza di pesca di
tipo B previa specifica formazione sulla specie aliena oggetto di prelievo.
2. La Regione e le
Associazioni piscatorie curano la formazione di cui al comma precedente per i
pescatori muniti di licenza di tipo B.
Art. 25
Divieti
1. L'esercizio della
pesca è vietato:
a)
nelle zone di ripopolamento e frega;
b)
nelle zone di protezione integrale;
c)
nelle zone di protezione delle specie ittiche;
d)
nelle zone sottoposte a ricerca scientifica;
e)
nelle zone destinate ai fini economici,
senza il consenso del concessionario;
f)
nelle acque private, senza il consenso del proprietario;
2. Nelle zone a), b) e c)
del precedente comma, tabellate a cura della Regione, la cattura delle specie
ittiche è autorizzata solo per scopi di ripopolamento delle acque interne
pubbliche regionali.
3. È inoltre vietata la
pesca:
a)
con le mani, subacquea e nelle acque ghiacciate;
b)
con sostanze esplosive, tossiche ed anestetiche;
c)
con l'impiego di corrente elettrica o fonti luminose;
d)
durante il periodo di divieto delle diverse specie ittiche;
e)
negli orari non consentiti;
f)
di esemplari la cui dimensione è inferiore a quella consentita per singola
specie;
g)
prosciugando o divergendo i corsi d'acqua;
h)
ingombrando i corsi d'acqua con opere stabili, quali ammassi di pietre, di
rami, ecc..;
i)
di specie ittiche di cui è vietata la pesca e la cattura;
j)
con l'uso di attrezzi e di esche non consentite, tenuto conto delle diverse
specie ittiche;
k)
con reti occupando più della metà dei corsi d'acqua, fatta eccezione dei corsi
e dei bacini ove si pratica l'allevamento del pesce a fini economici;
l)
senza licenza di pesca in corso di validità.
4. Il Piano Ittico
Regionale definisce in maniera puntuale i punti d), e), f) ed j) del comma 4 e
le eventuali deroghe.
5. E' vietato altresì:
a)
abbandonare esche, pesce o rifiuti lungo i corsi e gli specchi d'acqua o nelle
immediate vicinanze;
b)
immettere rifiuti nelle acque pubbliche;
c)
scaricare nelle acque pubbliche materiale inquinante;
d)
immettere nelle acque pubbliche specie ittiche alloctone.
Art. 26
Vigilanza
1. Il rispetto delle
norme contenute nella presente legge è affidato alla Polizia Provinciale, al
Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri,
ai Servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Locali aventi qualifica di vigile
sanitario o equivalente, alle Guardie Ecologiche Volontarie, alla Polizia
Locale, alle Guardie Ittiche Volontarie e a chiunque in possesso della
qualifica di polizia giudiziaria. (3)
Art. 27
Controlli
1. I soggetti preposti
alla vigilanza ittica sono autorizzati a chiedere, a qualsiasi persona in
esercizio o in attitudine di pesca, la esibizione del versamento della tassa di
concessione, il documento di riconoscimento, la fauna ittica detenuta, nonché
ispezionare le attrezzature e le esche usate.
2. Nei casi previsti, gli
Ufficiali e gli Agenti di P.G. procedono al sequestro dei mezzi e degli
attrezzi di pesca e degli esemplari di fauna ittica detenuta, redigendo
apposito verbale.
Art. 28
Sanzioni
1. Le violazioni delle
norme contenute nella presente legge comportano:
a)
il sequestro, per un periodo di sei mesi, delle attrezzature usate per
l'esercizio della pesca di coloro che esercitano la pesca senza la prescritta
licenza e nei periodi non consentiti;
b)
la confisca, in via definitiva, dei mezzi usati per produrre corrente
elettrica, fonti luminose o per stordire o uccidere la fauna ittica, nonché del
pesce catturato, che se vivo, andrà reimmesso in acqua, se morto smaltito così
come previsto dalla normativa vigente in materia.
2. Le sanzioni pecuniarie
comminate per violazione della presente norma sono:
a)
per detenzione di fauna ittica di dimensione diverse da quelle previste da €
200,00 a € 500,00 per ogni capo detenuto;
b)
per pesca o cattura con corrente elettrica, con fonti luminose, con materiale
atto ad intorpidire, stordire o uccidere la fauna acquatica da € 1.000,00 a €
5.000,00;
c)
per pesca o cattura con reti o apparecchiature di ingombro oltre i limiti
consentiti da € 1.000,00 a € 5.000,00;
d)
per pesca o cattura di specie ittiche non pescabili da € 200,00 a € 500,00
e)
per l'esercizio della pesca negli orari e nei periodi di divieto da € 500,00 a
€ 2.000,00;
f)
per l'esercizio della pesca con attrezzature non consentite da € 50,00 a €
200,00;
g)
per l'esercizio della pesca nelle zone di protezione della fauna ittica da €
500,00 a € 2.000,00;
h)
per la pesca o la cattura senza autorizzazione del concessionario entro le
acque pubbliche concesse a fini economici da € 500,00 a € 2.000,00;
i)
per l’esercizio della pesca nelle acque pubbliche senza il versamento
autorizzativo della concessione da € 500,00 a € 2.000,00;
j)
per l'abbandono di rifiuti dentro e fuori le acque, quelle previste dal comma 1
dell’articolo 255 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in
materia ambientale); (4)
k)
per lo scarico di rifiuti da parte di qualsiasi tipo di stabilimento nelle
acque pubbliche interne, senza le dovute autorizzazioni, quelle previste dagli
articoli 133 e 137 del decreto legislativo n. 152 del 2006; (5)
l)
per tutte le altre violazioni da € 200,00 a € 500,00.
3. Le infrazioni rilevate
in attuazione della presente legge sono denunciate all'autorità giudiziaria per
l'accertamento di eventuali reati.
4. Per tutto quanto non disciplinato dal
presente articolo si rinvia alle norme della legge 24 novembre 1981, n. 689
(Modifiche al sistema penale) e si individua quale autorità deputata a ricevere
gli scritti difensivi e ad emanare l’ordinanza ingiunzione prevista
dall’articolo 18 della medesima legge la struttura regionale competente in
materia di pesca. (6)
Art. 29
Risorse finanziarie
1. La presente legge è
finanziata con i fondi rinvenienti dalla tassa di concessione regionale, nonché
da specifici programmi europei che finanziano la pesca e l’acquacoltura.
2. Per l’esercizio delle
funzioni previste nella presente legge, la Giunta Regionale ripartisce
annualmente le risorse finanziarie affluite in apposito capitolo di bilancio
dell’anno precedente nel seguente modo:
a)
50% per attività di ripopolamenti ittici;
b)
20% alle associazioni piscatorie operanti nel territorio regionale di cui
all’art. 9. Le risorse sono poi ripartite in base agli iscritti e finalizzate
allo svolgimento di attività di vigilanza ittica, attività formative,
promozionali e di educazione ambientale nell'ambito della pratica ittica;
c)
20% per attività di vigilanza, da ripartire proporzionalmente alle associazioni
riconosciute di cui all’art. 9 che includono volontari con decreto di Guardia
Ittica Volontaria;
d)
10% per redazione del piano ittico, attività di ricerca, studi e gestione.
Art. 30
Norme finali e abrogazioni
1. La presente legge
abroga la legge regionale 9 luglio 2009, n. 20 “Tutela e sviluppo della fauna
ittica e regolamentazione della pesca nelle acque pubbliche interne della
Basilicata”.
2. La presente legge
modifica la legge regionale 4 maggio 1981, n. 8 “Disciplina delle tasse sulle
concessioni regionali” e ss.mm.ii., allegato “Tariffa
delle tasse sulle concessioni regionali” - Titolo II Caccia e pesca - n. 18.
3. I procedimenti
amministrativi in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge
continuano ad essere disciplinati secondo la precedente normativa sino alla
loro definizione.
Art. 31
Entrata in vigore
1. La presente legge
regionale è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ed entra in
vigore il quindicesimo giorno successivo dalla data della sua pubblicazione.
La presente legge
regionale è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.
E’ fatto obbligo a
chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione
Basilicata.
_____________________________________________________
NOTE:
(1)
parole aggiunte dall’art. 20, comma 1,
L.R. 5 aprile 2024, n. 14;
(2) articolo sostituito dall’art. 20, comma 2,
L.R. 5 aprile 2024, n. 14. Il testo precedente era così formulato: “Art. 9
Associazioni di pescatori
1.
La Regione Basilicata, per l’attuazione della presente legge, promuove la
partecipazione diretta dei pescatori mediante le associazioni riconosciute
presenti e operanti in ambito regionale.
2.
Ai pescatori non è consentita la contemporanea iscrizione a più associazioni
riconosciute.
3.
Per l’attuazione della presente legge le associazioni devono possedere i
seguenti requisiti:
a)
non meno di 150 pescatori tra gli iscritti, con regolare licenza di pesca in
corso di validità, residenti nell’intero territorio regionale;
b)
almeno una sede operativa sul territorio regionale;
c)
essere in possesso dei requisiti di cui alla normativa vigente di settore sulle
associazioni di promozione sociale ed iscritte al RUNTS;
d)
avere tra i propri fini statutari attività coerenti con la promozione della
pesca dilettantistica e la tutela della fauna ittica come declinate dall’art. 5
del Codice del Terzo Settore (d.lgs. n. 117/2017).
4.
Le associazioni riconosciute a livello nazionale per poter operare in ambito
regionale devono possedere i seguenti requisiti:
a)
non meno di 150 pescatori iscritti, con regolare licenza di pesca in corso di
validità, residenti nell’intero territorio regionale;
b)
almeno una sede operativa sul territorio regionale.
5.
Presso l'Ufficio competente è istituito il registro delle associazioni
riconosciute a livello regionale.”
(3) parole sostituite
dall’art. 20, comma 3, L.R. 5 aprile 2024, n. 14;
(4) parole sostituite
dall’art. 20, comma 4, L.R. 5 aprile 2024, n. 14;
(5) parole sostituite
dall’art. 20, comma 5, L.R. 5 aprile 2024, n. 14;
(6) comma sostituito
dall’art.
20, comma 6, L.R. 5 aprile 2024, n. 14. Il testo precedente era così formulato:
4.
Per tutto quanto non disciplinato dalla presente legge si rinvia alle
disposizioni della L. n. 689/81.”-.